LAVARONE/LUSERNA - Destinazione
paradiso. Siamo a Malga Millegrobbe,
dove i cimbri accarezzano l’alba,
e ascoltano l’orchestrale ondeggiare
delle fronde di abeti secolari. Il
sole s’alza solitario, da una parte porta
i suoi raggi nella zona superiore,
e poi si nasconde dietro il forte di Luserna
per arrivare a coprire l’intera
distesa. Un processo anomalo, che
gioca a rimpiattino con la luce ed illumina
con dolcezza i lembi sghembi
di questa terra. Il paradiso dello
sci nordico e dell’escursionismo abita
qui. Storia, cultura, sport e passeggiate
convivono in un ambiente
unico. Millegrobbe suscita un fascino
che non si può descrivere, lo si
può solo assaporare, solo viverlo.
Ora parte il rilancio di questa zona,
che dista una quindicina di chilometri
da Lavarone e rappresenta l’ultimo
lembo del Comune di Freud prima
di tuffarsi in Veneto. A un tiro di
schioppo c’è Luserna. Era un tempo
non molto lontana terra dei luserni
questa ed infatti Millegrobbe è più
conosciuta e vissuta dai «luserni»
che non dai «lavaroni» che ne sono
i padroni catastali. Qui in questo luogo
si stanno ristrutturando le casare
e si sta costruendo un centro wellness.
Il progetto, voluto e sostenuto
dall’ex amministrazione comunale
di Aldo Marzari, ed ora portato
avanti da quella del sindaco Mauro
Lanzini. Esso dovrebbe di fatto rilanciare
a livello turistico l’intera area,
sia in termini di frequentazioni invernali
che estive. La provincia autonoma
di Trento mette a disposizione
poco più di tre milioni di euro. Il progetto
del nuovo centro wellness che
sarà completamente interrato è stato
realizzato dagli architetti Gino e
Emiliana Pisoni di Trento. L’appalto
dei lavori è stato aggiudicato alla ditta
Giampietro Agostini di Arsiero (VI)
con un ribasso d’asta del 17,706%.
Oltre due milioni di euro a base
d’asta, la durata del cantiere dovrebbe
essere di 245 giorni consecutivi.
Pertanto tutto, tempo permettendo,
dovrà essere consegnato per l’inverno
in arrivo. La malga/casara sarà rimessa
a nuovo pur tenendo in considerazione
la tipologia urbanistica
esistente. Si ricaveranno zone per il
noleggio di sci, di biciclette ed il ricovero
dei gatti per la neve, una segreteria
gara, una biglietteria. L’edificio
laterale diventerà una foresteria
con 6 piccoli alloggi per un totale
di 16 posti letto. Il caseggiato più
imponente ospiterà infine la sala ristorante,
che si svilupperà anche
esternamente con un portico in legno.
Quello di Millegrobbe è stato un
progetto molto dibattuto, sia in consiglio
comunale che tra l’opinione
pubblica. Molti cittadini, e tra questi
anche alcuni amministratori, considerano
l’investimento uno sperpero
di denaro pubblico, un impegno mastodontico
per di più finalizzato ad un tipo di sviluppo della montagna
che non riscuote l’unanimità dei consensi.
«Era meglio investire in paese
quel denaro, proponendo di fare una
pista/anello di fondo illuminato che
attraversava le bellissime frazioni
dell’altopiano», dicono i detrattori.
Si è scelto invece Millegrobbe, un
contesto distante dai centri abitati,
isolato, rischiando di far perdere il
sapore rurale e montano di quel luogo.
«Chi gestirà la malga/ristorante
dovrà farsi cura di tutto l’appezzamento
rurale, prativo circostante.
Malga Millegrobbe dovrà essere una
specie di parco, dove la gente, i fruitori,
i turisti di turno respireranno
l’aria di montagna nella nella sua interezza
e genuinità», riporta il segretario
generale del Comune di Lavarone,
Roberto Orempuller. La novità
assoluta è che Malga Millegrobbe
diverrà di fatto il primo edificio rurale
del Trentino ed in tal senso sono
arrivati cospicui i finanziamenti
della Provincia. Si punterà al territorio,
all’ambiente come risorsa unica,
anche se spesso concepire un centro
in questo luogo può essere visto
come un controsenso. A Malga Millegrobbe
sono passati ospiti famosi,
come Enzo Biagi, Gad Lerner, Flavio
Fusi, Claudio Sabelli Fioretti ed
altri ancora, tra gli sportivi i più famosi
fondisti del mondo. Quassù si
disputa infatti la famosa Millegrobbe,
kermesse dello sci nordico a tappe.
Il paradiso può attendere,siamo
nella terra degli ultimi cimbri rimasti
e quassù tutto è poesia.
L'Adige 1/09/2012 pag.42