Di Sait Vo Lusérn



01/05/2015
()

PARLANDO DI LIBRI E SCRITTORI

Libri - Domani alle 17.00 a Trento il nuovo romanzo di Bortoluzzi


Ci sono libri che nascono per caso, altri progettati su schemi di sicuro o presunto successo, solo alcuni, rari, per l'urgenza dello scrittore di raccontare una storia. Ci sono libri che contengono le fantasie più ardite, altri che vorrebbero raccontare la realtà, ignorando che la realtà, in quanto tale, non può essere scritta in nessun libro, a volte si fatica persino a viverla; la realtà. C'è un mondo rutilante di libri e lustrini, di vetrine sempre addobbate a Natale e di giochi e giochini e autori dall'occhio languido e la barba della giusta misura o la gonna della giusta misura? Beh certo questo mondo è un po' in ribasso, ma è pur sempre lì appena si gira l'angolo. C'è un mondo di persone invidiose, scontente, incapaci di accettarsi per ciò che sono, semplici essere umani, sono geni incompresi che spingono per ogni dove pur di vedere un proprio prodotto, non importa quale, in una di quelle vetrine addobbate a Natale. E infine, per fortuna, ci sono i libri che amiamo e sono tanti? per fortuna. 
Paesi Alti l'ultimo romanzo di Antonio G. Bortoluzzi scrittore alpagotto che verrà presentato domani alle 17.00 a Trento, presso la sala della Fondazione Caritro nell'ambito del Film Festival della Montagna, è un libro che non si può non amare. Bortoluzzi ha la straordinaria capacità di ascoltare il respiro della montagna, dei suoi abitanti umani, animali e vegetali. Bortoluzzi si piega con infinita tenerezza e rispetto sui volti della montagna, sulle sue donne, sui suoi uomini, sui suoi bambini e ce li racconta così come i grandi scrittori sanno fare, senza scimmiottare la realtà eppure rimanendoci dentro sino in fondo, senza arditi voli di fantasia eppur scrivendo di un mondo irreale proprio perché passato attraverso il lavacro austero della scrittura. Già, perché l'autore è capace di scrivere, cosa che sarebbe necessaria naturalmente per chiunque si accinga a pubblicare un libro, ma non sempre accade. Purtroppo. Bortoluzzi, invece, rispetta la lingua italiana anche quando ha la necessità di far parlare chi l'italiano non lo conosce affatto e ricorre alla loro lingua madre, ma lo scrittore ha la forza di non deragliare mai dalla corretta sintassi, dalla giusta punteggiatura. 
Paesi Alti è un romanzo ambientato nel 1955, il protagonista è Tonìn che ha tredici anni nel '55, ma la sua voce è quanto mai attuale, la montagna senza nomi prestigiosi (la contrada dove vive Tonìn non ce l'ha nemmeno un nome) e i suoi abitanti, oggi come allora devono fare i conti con gli stessi problemi; oggi come allora si continua a dover andare lontano; emigranti di costituzione, emigranti per censo di nascita. Oggi come allora si incomincia a risparmiare sulle medicine, una pillola al giorno invece delle tre prescritte. L'autore però non cede mai alla facile commozione, prosegue a ciglio e scrittura asciutti anche quando sarebbe facile lasciarsi portar via dalla pietà. Chi invece non riesce proprio a trattenersi è il vostro recensore che crolla ogni volta quando rilegge le lettere di Giovanni, il padre del protagonista, lettere spedite dalla città svizzera di Lucerna è allora che protagonista e lettore si confondono e scoprono di aver vissuto le stesse cose di aver sognato lo stesso orologio "Tissot". I libri che riportano in vita i sogni sono i più rari e i più preziosi; a questi appartiene Paesi Alti. 
Andrea Nicolussi Golo

l'Adige, di Sait vo Lusérn, venerdì 1 maggio 2015, pag. 36
PARLANDO DI LIBRI E SCRITTORI

CONDIVIDI