Di Sait Vo Lusérn



22/01/2016
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BAZ BILLZ SOIN GEMUANT HAÜT SOIN A LUSÉRNAR

Lusérn iz hèrta mearar untar di oang vodar bèlt. Bia böllbaraz zoang? Bia böllbar azzaz seng?


Chi siamo? Raccontarsi al tempo di facebook.



Non è certo la prima volta che i grandi mezzi di comunicazione arrivano a Luserna, testate giornalistiche nazionali ed europee, in particolare tedesche, si sono succedute negli anni con regolarità, possiamo dire che ci siamo quasi assuefatti alla loro presenza. 
Eppure ogni volta che questo accade, l’ultima in queste settimane per una importante trasmissione di RAI 1, ci si interroga su come raccontarsi. Quale sia l’immagine che questa comunità vuole dare di se. Questo è il tempo della narrazione, le cose esistono solo se raccontate, i social network, facebook e ancora di più Twitter, hanno dato un forte impulso a questa tendenza, e considerato l’uso che ne fanno le persone importanti, dal nostro Presidente del Consiglio in giù, senza trascurare il Papa o il Presidente degli Stati Uniti, si deve proprio credere che non sia più possibile prescindervi.
Si sa che a fare notizia, di là della cronaca, sono le cose strane, la normalità non trova spazio. Luserna, la sua cultura, la sua lingua, la sua gente deve essere inevitabilmente “strana” per trovare spazio? È giusto raccontarsi in maniera un po’ fantastica? Non sarebbe meglio proporre la nostra quotidianità di genti di montagna che per motivi imperscrutabili, a noi stessi poco chiari, sono riuscite nella straordinaria impresa di mantenere viva una lingua che ha le sue radici nell’alto medioevo pur vivendo appieno la contemporaneità? Come trovare un giusto equilibrio tra lo straordinario e la straordinaria normalità?

Daz vorgånnate djar, 2015, di RAI iz khent zboa vert, aft dise saitn; ummana zo kontara daz earst bèltkriage pinn gekhennate schraibar Carlo Lucarelli un an åndra vor “Viaggio nell’Italia del Giro” durchgevüart vo Edoardo Camurri. Da vorgånnate boch izta khent di trasmisiong “Linea Bianca” boda kontàrt di pèrng pan bintar.
Azpez vürkhint schiar hèrta di televisiong hått gesüacht zo haba a schümma vaür, an altz haus zo maga abenemmen un laüt guat zo kontara alte stòrdje. I, vor mi, vinnda nicht letzez in ditza, ma i vorsmar, atz Lusérn saibar lai asó? 
Azze schauge afte websait vodar “Alpe Cimbra” di lentar ume üs soin gezoaget voll lustege laüt, voll birthaüsar, spòrt, allz schauget auz schümma un raich, gedekht pitt snea siånka az renk, Lusérn anvetze iz sovl azpe a sbartzez pünktle boda lem di… zimbarn, laüt vodar mittlaltzait. Furse veleme, furse pinnez lai i bodez sige asó, ma i pinmar gevorst: soin stoltz von soin burtzan, soin stoltz vo soinar zung, von soin stòrdje, håm gehaltet lente allz ditza sin haüt, billz soin gemuant soin no eppaz mindar, eppaz ermar, eppaz sbertzar? 
Nò, sichar nèt, ma ombromm nèt hèrta saibar guat zo machanaz khennen biar o vor laüt guat zo leba soi zait, åntze zo leba pezzar baz di åndarn soi zait? Ombromm az renk atz Lusérn, renkz afte åndarn saitn vodar hoachebene o, odar nèt? Un di sunn un dar snea balseda soin, soinda vor alle. 

(ang)

 

Trentino, Di Sait vo Lusérn, venerdì 22 gennaio 2016
BAZ BILLZ SOIN GEMUANT HAÜT SOIN A LUSÉRNAR

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